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Io, virus

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"...Neppure nell’infermità

egli ricercò il Signore,

ricorrendo solo ai medici."

2 Cronache (16, 12)

 

 

Io sono un virus.

Il mio nome è COVID-19,

detto comunemente Coronavirus.

 

Sono nato non per caso,

ma perché sono stato voluto,

in un laboratorio biologico.

Un laboratorio di esperimenti nemmeno segreti.

 

Anch'io,

come la creatura di Frankenstein

e tante altre mostruosità

nate dal delirio di onnipotenza dell'uomo,

sono sfuggito al controllo dei miei creatori.

Uno di essi si è infettato

e senza saperlo mi ha portato fuori del laboratorio.

Mi sono propagato nella loro città

e nella loro nazione,

e ormai ho invaso il mondo.

 

Sono stato generato per istigazione

di quella forza infera e oscura,

che persegue sempre il male,

ma che suo malgrado opera sempre il bene.

 

E così pure io,

virus creato per perseguire il male,

sto operando per il bene,

perché "vuolsi così colà dove

si puote ciò che si vuole".

Sono diventato un mezzo utilizzato dall'alto

per il tuo bene, o uomo.

Per farti abbassare un poco la cresta.

Per farti ricordare

che tu non puoi controllare tutto,

che tu non sei il padrone del mondo,

che tu non sei il signore della vita e della morte.

Per farti ricordare

che c'è Qualcuno molto al di sopra di te,

a cui tu, prima o poi, volente o nolente,

devi render conto.

Non scordarlo. 

 

Perfino un essere minuscolo come me,

un virus,

vede quella verità

che un essere superiore come te,

un uomo,

non vede.

Non perché non riesci a vederla,

ma perché non la vuoi vedere,

accecato come sei dal tuo orgoglio.

La sacrosanta verità è che

tu sei una creatura,

tu non sei il Creatore!

 

Non lo sei, ma ti comporti come tale.

Ti è stata data la libertà

di scegliere tra il bene e il male,

non di decretare tu cosa è bene e cosa è male.

Difatti la tua presunzione

di prendere il posto di Dio

ti ha fatto trasformare il bene in male,

e il male in bene.

Un esempio di quali errori e orrori

sono stati causati dalla tua cieca superbia

e dalla tua stolta ribellione

verso le leggi del Creatore:

l'abominio dell'aborto.

Nemmeno la satanica sanguinarietà

dei popoli precolombiani,

con i loro tanti sacrifici umani,

compresi quelli di bambini,

era giunta a tanto.

 

Ormai sei diventato così stolto,

da preoccuparti soltanto dei virus microscopici

che colpiscono il tuo corpo,

e neppure ti accorgi

degli assai più pericolosi virus macroscopici

che attaccano il tuo spirito: i peccati.

Virus molto contagiosi e se non combattuti letali.

 

Ormai sei diventato così cieco,

che neanche ti avvedi

che questa strada in discesa

che stai percorrendo velocemente

conduce all'autodistruzione.

Uomo, apri gli occhi e cambia direzione.

Guarda che ti è rimasto poco tempo

per fare una conversione.

Convertiti adesso,

perché poi sarà troppo tardi.

Infatti sta per terminare

il tempo della misericordia,

e sta per giungere

il tempo della giustizia.

 

Io, virus COVID-19,

sono solo un ammonimento,

soltanto un assaggio,

solamente un piccolo castigo

per farti ravvedere, o uomo.

Se no, sono ben altri i flagelli

che fra non molto si abbatteranno sull'umanità.

 

Perché questi sono i tempi dell'Apocalisse!

 

(Testo poetico già pubblicato da A.L.I. in "La poesia ai tempi del Coronavirus".)

 

 Gaetano Lo Castro - 20/04/2020 21:58:00 [ leggi altri commenti di Gaetano Lo Castro » ]

Il tuo commento, caro Arcangelo, mi fa notare una cosa di cui non mi ero reso conto. Cioè il fatto che il mio testo abbia qualcosa del sermone domenicale, del commento alla Sacra Scrittura. E devo dire che questa cosa non mi dispiace. Anche perché certe verità immutabili della Parola di Dio ormai è raro sentirle dire, dato che gran parte della chiesa odierna si è allontanata da esse per seguire la mentalità del mondo, con grave danno per il bene delle anime.
Ti ringrazio!

 Arcangelo Galante - 19/04/2020 10:05:00 [ leggi altri commenti di Arcangelo Galante » ]

Riflessioni amare e veritiere, inerenti l’argomento trattato dall’autore, un po’ sotto forma di sermone domenicale.
Indubbiamente, la superbia umana, nel sentirsi sempre superiori agli altri e a tutto il contesto in cui si vive, lo spasmodico desiderio di potere economico, l’eccessiva presunzione di essere padroni della vita e della morte, hanno provocato un estremo delirio di onnipotenza, del quale, l’uomo stesso è divenuto assoluto schiavo.
Eppure, anche il male non è eterno finché si riesce a trasformarlo in un’occasione di miglioramento profondo per la salute dell’anima e del corpo, rispettando il concetto che persino la scienza possiede un limite.
La possibilità di estrapolare il bene dall’esperienza spinosa e dolorosa scaturita dall’emergenza sanitaria attualmente in corso, non deve mai abbandonare l’idea di avere il dono della creatività, ma giammai la sovranità nel sostituirci al Creatore o a chiunque abbia forgiato il pianeta, indipendentemente da qualsivoglia credo religioso, filosofico e scientifico.
Solamente tale convinzione mentale permetterà all’essere umano di ascoltare le corrette voci interiori e, perciò, di capirne l’importanza su quanto sta accadendo, nel loro messaggio esistenziale.
Pensieri riflessivi, esposti con spontaneità, chiarezza e semplicità di immagini, ben rivelano il contenuto del profondo testo, che resta un accorato appello e un monito nel perseguire efficaci azioni, per non abbandonare la società in una realtà peggiore di quanto non lo sia già.
Nella parte finale della lettura, secondo il parere congegnato dal poeta, il componimento si conclude con la voce del virus che, imperterrito, avverte di essere apparso proprio come un assaggio dei tempi dell’Apocalisse, malgrado non sarà tale flagello ad eliminare la presenza terrena.
Indubbiamente, la pubblicazione offre parecchi ragionamenti sul tema affrontato, meritevole di ulteriori e più lunghi approfondimenti.
Cordialmente saluto, ringraziando per avermi letto!

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